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Il Ministero della Guerra sporca


TITOLO ORIGINALE: The Ministry of Ungentlemanly Warfar
REGISTA: Guy Ritchie
SCENEGGIATORE: Guy Ritchie, Paul Tamasy, Eric Johnson e Arash Amel
PAESE: USA
ANNO: 2024
DURATA: 120'
ATTORI: Alan Ritchson, Henry Cavill, Eiza González, Hero Fiennes-Tiffin, Cary Elwes Alex Pettyfer, Freddie Fox, Henry Golding e Til Schweiger
SCENE SENSIBILI: molte scene di violenza, sparatorie, uccisioni
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1941, la Germania bombarda Londra e possiede ormai il completo controllo dell’Atlantico. Churchill –nonostante l’opposizione dei capi delle forze armate- decide di inviare un insolito gruppo di irregolari in un’operazione segreta chiamata Postmaster. Il loro compito è bloccare i rifornimenti per gli U-boot nazisti, favorendo così l’entrata degli Stati Uniti in guerra e la loro possibilità di raggiungere l’Europa senza che le navi vengano affondate.

Esplosioni, spionaggio e ironia: la vera storia dei guerrieri segreti di Churchill

Guy Ritchie torna alla regia con una storia epica, emersa nel 2014 con il desecretamento di alcuni documenti di proprietà di Winston Churchill, e si ispira al libro di Damien Lewis, Churchill’s Secret Warriors.
Sebbene i fatti storici siano stati alterati e resi più emozionanti per esigenze narrative, il risultato finale è sicuramente coinvolgente e appassionante. Gli eventi di uno dei periodi più bui della storia vengono qui raccontati con un’ironia al limite del comico, che ormai fa parte dello stile di Guy Ritchie: è tutto un susseguirsi di spari, esplosioni, violenza estrema (viene perfino strappato un cuore dal petto, seppur l’immagine non è insistita), seduzione e riferimenti a film cult, tutti elementi pensati per sorprendere e divertire.
Il sangue, le scene d’azione, la ferocia e il continuo umorismo anche nelle scene più cupe ricordano sicuramente Bastardi senza gloria di Tarantino, mentre lo spionaggio, la tensione e il personaggio del giovane Ian Fleming ci riportano all’universo di 007. Il celebre autore inglese ha realmente partecipato alla guerra e pare abbia incontrato Gus March-Phillips, l’ex soldato a capo di questa missione, durante gli anni di servizio. Si dice che si sia ispirato proprio a lui per creare il personaggio di James Bond. È curioso notare che, quando si presenta a March-Phillips, pronuncia la battuta: “Sono Fleming, Ian Fleming”.
Ci sono anche diversi riferimenti a Casablanca che culminano con la citazione della famosissima frase, “Credo che questo sia l’inizio di una bella amicizia”.

Personaggi indimenticabili e un ottimo cast

Lo spettatore si affeziona ai personaggi fin dalla presentazione iniziale di ogni singolo componente della banda. La furia, la violenza e la sete di sangue che li caratterizza sono qui motivati dalla dolorosa backstory di ognuno di loro, che li spinge ad accettare una missione quasi suicida. La maggior parte di loro, infatti, è stata vittima diretta o indiretta delle ingiustizie naziste in passato e quello che desiderano ora è solo vendetta. Allo stesso tempo, alcune scene di brutale violenza potrebbero risultare eccessive per qualche spettatore. Sono il risultato di scelte stilistiche che vogliono creare un’atmosfera unica e coerente con il tono del film, anche se la non chalance con cui i nostri eroi uccidono nazisti a sangue freddo come se fossero birilli da gettare a terra in un gioco a premi, può (giustamente) lasciare perplesso qualche spettatore. Non solo i nazisti, ma tutti i soldati tedeschi ancora una volta sono ridotti a macchiette senza alcuna umanità.
Bisogna anche ammettere, però, che un cast molto azzeccato con il fantastico Henry Cavill, la bellissima femme fatale Eiza González, il gigante Alan Ritchson, il terribile Til Schweiger e tanti altri, ha sicuramente contribuito ad ottenere il risultato artistico del film.

Guy Ritchie è riuscito a raccontare con creatività una storia rimasta a lungo nascosta tra le mura silenziose di Downing Street. E soprattutto, ha reso omaggio agli eroi dimenticati che hanno rischiato tutto per cambiare il corso della storia, regalandoci uno spettacolo emozionante e che alla fine, pensando che si tratta di fatti veri, può risultare anche commovente. Impossibile dire se gli americani sarebbero comunque riusciti ad attraversare l’Atlantico senza il loro intervento. Resta il fatto che la storia è andata così e solo per questo meritano tutta la fama di cui non hanno potuto godere in vita.

Elisa Ricci

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