L’imperatrice Sissi vive in Grecia, lontano dalla corte austro-ungarica. Irma, una contessa che non ha mai voluto sposarsi, diventa la sua nuova dama di compagnia.
L’immaginario collettivo ha scolpito nelle menti e nei cuori, attraverso film e documentari, il personaggio di Elisabetta d’Austria, l’imperatrice austroungarica, moglie del re Francesco Giuseppe, definendola come dolce, bella, leggera, amante della libertà e anticonvenzionale.
E la Sissi di Frauke Finsterwalder lo è, però nella versione meno accomodante, meno classica, meno attraente che possa esistere.
L’“io” del titolo del film è Irma Sztáray, la contessa ungherese scelta come dama di compagnia dall’imperatrice dopo essere stata sottoposta ad osservazioni su peso e prove atletiche: la interpreta la brava Sandra Hüller, l’attrice tedesca che si è imposta anche in Italia con film come Anatomia di una caduta e La zona d’interesse.
Raggiunge Sissi (nel suo ruolo una sorprendente Susanne Wolf) e la sua corte, quasi tutta al femminile, in Grecia, dove l’imperatrice si è rifugiata per vivere lontana dall’impero austroungarico, dal marito ingombrante e da tutto ciò che non è possibile governare.
Lei infatti vuole governare, o meglio, controllare chi le sta accanto. È capricciosa, volubile, non ama le convenzioni, le preghiere, e accetta come unica compagnia maschile un militare di passaggio in Grecia, perché è omosessuale e bizzarro.
La colonna sonora scelta è bellissima. Ricorda Marie Antoinette di Sofia Coppola come tema e come preferenze musicali, anche se spesso ormai cinema e televisione scelgono gruppi rock e canzoni contemporanee per sottolineare ancora di più la modernità del personaggio. Si passa dalle canzoni di Nico fino a quelle di Nina Hynes e Sissi diventa capricciosa, divertente, misteriosa e le persone e le situazioni che si creano acquisiscono fascino e interesse.
I costumi (l’artista è Tanja Hausner, sorella della regista Jessica con la quale lavora abitualmente) sono meravigliosi in questo film, che ha una forza nel potere dell’interpretazione, della regia, della messa in scena.
Però tutto sembra così perfetto, così cinematografico, che si potrebbe dimenticare la storia che stiamo vedendo. Lo spettatore è infatti stregato dall’imprevedibilità della storia e soprattutto della protagonista per poi ad un certo punto rendersi conto che gli schemi e gli stereotipi sono il vero tallone d’Achille di Io & Sissi.
C’è l’omosessuale colonnello con la passione della drammaturgia, artista, balzano e stravagante, c’è l’ossessione per il cibo smascherata subito dalle reazioni bulimiche, c’è la libertà personale e il dominio sui propri dipendenti, c’è il femminismo che gioca con un possibile, accennato e mai dichiarato lesbismo. E nonostante la bravura dell’attrice Hüller, Irma, la dama di compagnia, diventa, a dispetto dell’“io” del titolo, poco accattivante fino a diventare, anche prevedibilmente, gelosa e possessiva.
Si potrebbe dire, come infatti è stato detto, che questo è un film femminista, ma in realtà Io e Sissi è un film che di femminista ha solo le intenzioni, con un cast composto prevalentemente da donne, ma nonostante sia così pieno di dettagli perde la sua forza narrativa e non arriva al cuore dello spettatore.
Emanuela Genovese
Tag: 3 stelle, Biografico, Commedia, Drammatico, Storico