SCEGLIERE UN FILM

Bob Marley. One Love


TITOLO ORIGINALE: Bob Marley. One Love
REGISTA: Reinaldo Marcus Green
SCENEGGIATORE: Terence Winter, Frank E. Flowers, Zach Baylin e Reinaldo Marcus Green
PAESE: USA
ANNO: 2024
DURATA: 107'
ATTORI: Kingsley Ben-Adir, Lashana Lync, James Norton, Jesse Cilio e Michael Gandolfini
SCENE SENSIBILI: Scene con assunzione di marijuana
5 votes, average: 2,80 out of 55 votes, average: 2,80 out of 55 votes, average: 2,80 out of 55 votes, average: 2,80 out of 55 votes, average: 2,80 out of 5

Nel 1976 la Giamaica è sull’orlo della guerra civile. Bob Marley ha già un notevole successo e, ispirato dalla religione del Rastafarianesimo, intende battersi per la pace. Indice, quindi, a Kingston, il grande Smile Jamaica Concert, ma due giorni prima subisce un attentato che, oltre a lui, vede feriti più gravemente il suo manager e la moglie. Dopo aver eseguito, comunque, il concerto, Bob decide di partire per l’Europa e si stabilisce a Londra. È qui, grazie al felice incontro con la sensibilità di altri talenti, che elabora il suo album più famoso, “Exodus” con cui spopola in un tour di enorme successo per tutta l’Europa. Mentre la sua fama è all’apice, Bob scopre che la ferita all’alluce di un piede che ha inizialmente trascurato, è un pericoloso melanoma che comporterebbe l’amputazione a cui lui non è disposto secondo i dettami rasta. L’anno seguente Marley torna in Giamaica e, inizia un percorso di rivisitazione del suo percorso esistenziale, incontrando anche il suo attentatore che lo porta a comporre la famosissima “Redemption Song”. Forte di una nuova consapevolezza Bob Marley, il 22 aprile 1978, può offrire alla sua terra il “One Love Peace Concert”, per fermare le ostilità e riappacificare i leader rivali. Su immagini di repertorio apprendiamo che il tumore porterà Bob Marley alla morte l’11 maggio 1981.

Un biopic sul sottile crinale dell’agiografia

Una coppia di adolescenti fuori dalla sala confessa di aver apprezzato maggiormente il film biografico su Freddy Mercury. Un chiaro segno dello scarto generazionale che li divide da chi, invece, ha ascoltato le canzoni di Bob Marley nei suoi anni di formazione. Difficile, infatti, per questi ultimi non appassionarsi a questo biopic che, pur concentrandosi quasi esclusivamente sui tre anni dell’apice del successo del cantautore giamaicano, ne riporta la fede, il carisma e la volontà di mettere la musica al servizio della pacifica convivenza fra gli uomini. Seppure attraverso un lavoro di semplificazione che rende alcuni dialoghi un poco enfatici, è da apprezzare lo sforzo del regista e cosceneggiatore di rivisitare, oltre al talento del chitarrista, l’attualità dell’attivista politico, dell’amico, del marito. Lo spaccato di vita narrato evidenzia l’impossibilità di scindere queste componenti dell’unico uomo, Bob Marley, che è poi quello che scopre di essere gravemente malato. Gli stessi ripetuti flashback che evidenziano la ferita di non essere stato riconosciuto dal padre – un militare inglese – ci inducono a condividere per la star musicale non tanto l’ammirazione osannante dei fan, quanto l’empatia più profonda nei confronti di un eroe fragile.

Quando interpreti e colonna sonora fanno la parte del leone.

Le immagini di repertorio finali evidenziano quanto l’attore Kingsley Ben-Adir sia molto più aitante e aggraziato rispetto al Bob Marley reale. Bisogna riconoscergli di aver fatto un buon lavoro sulla gestualità nella danza, ma è chiaro che il risultato è quello di un’icona più facilmente apprezzabile anche da parte chi non abbia avuto una conoscenza diretta dell’originale. La stessa linea con la moglie, se da un lato contribuisce a far scendere la star dal piedistallo sul terreno del difficile confronto coniugale, dall’altro pare soprattutto un’occasione per mettere in scena le doti attoriali della brava Lashana Lync. Il risultato è un film che non appaga completamente chi si aspettava un approfondimento biografico più fedele e articolato, ma che, al contempo, ha il merito di avvicinare all’artista giamaicano un pubblico anche di lontani. In particolare, attraverso l’indubbio valore dei brani che, com’è naturale, corredano la colonna sonora, lo spettatore ha modo di immergersi in un contesto storico e culturale in cui l’impegno sociale e la musica si presentavano davvero inscindibili: una dimensione di cui si sente la mancanza nel così tumultuoso panorama geopolitico odierno.

Giovanni M. Capetta

Tag: , , ,