Inghilterra, inizio ‘800. Emma Woodhouse, giovane e bella figlia di un nobile brontolone e ipocondriaco, adora spettegolare e organizzare la vita sentimentale delle persone che la circondano, e in modo particolare della sua amica Harriet, fanciulla dall’indole buona ma dagli oscuri natali. A causa di una certa tendenza alla manipolazione e di una scarsa attitudine all’ascolto, Emma finisce però per combinare più guai che altro, salvo poi sentirsi irrimediabilmente in colpa. Per fortuna, a correggere il tiro e a farla riflettere sul suo comportamento c’è Mr. Knightley, suo cognato e amico di lunga data, nonché l’unico che riesca a tenerle testa…
Secondo adattamento cinematografico del romanzo di Jane Austen (il primo risale al 1996, con Gwyneth Paltrow e Jeremy Northam nei panni dei due protagonisti), il film di Autumn de Wilde si propone di essere la rilettura moderna e definitiva di un grande classico, come sottolinea il punto alla fine del titolo. Il materiale di partenza non è sicuramente dei più facili da adattare: nonostante l’ironia pungente e l’abilità della Austen nel tratteggiare i caratteri dei suoi personaggi, Emma è, rispetto ad altri suoi romanzi come Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento, decisamente più lento, pervaso da un humour molto british e con alcune parti che possono risultare un po’ noiose e indigeste a un lettore moderno. La protagonista stessa non è tra le più simpatiche, come dichiarato dalla stessa Austen che, prima di iniziare la stesura del romanzo, affermò: “Sto per descrivere un’eroina che non potrà piacere a nessuno, fuorché a me stessa”.
Sotto questo punto di vista, il film si mantiene abbastanza fedele al romanzo originale: Emma, interpretata dall’attrice Anya Taylor-Joy, risulta sin da subito piuttosto scostante, caratterizzata da una grande attenzione alla divisione tra classi sociali e da un comportamento artefatto che oscura però il carattere frivolo della protagonista descritta dalla Austen. Se Emma non è sicuramente una protagonista empatica, l’impressione di freddezza e distacco finisce per estendersi anche agli altri personaggi (con la sola eccezione, forse, di Mr. Knightley), che appaiono tutti un po’ grotteschi, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico, sia per il loro modo di comportarsi.
L’artificiosità dei personaggi è compensata, invece, dalle splendide scenografie e dalla grande cura estetica riservata a tutti i dettagli, dai costumi agli oggetti di scena. Nella scelta dei colori pastello e nella sontuosità degli interni, Emma. richiama un po’ ai film di Wes Anderson. L’Inghilterra rurale di inizio Ottocento messa in scena dalla regista (fotografa e autrice di cortometraggi), si trasforma così in un setting irrealistico, ritmato dal passare delle stagioni (che dividono il film in capitoli, apparendo sullo sfondo come parte integrante della tappezzeria), ma dettato da riti sociali e formali fatti di pettinature elaborate, cappellini all’ultima moda e tè del pomeriggio accompagnati da una profusione di scones e macaron. In questo modo, il film riesce a delineare un affresco fittizio ma in fondo eloquente di una società benestante spasmodicamente legata all’apparenza, in cui Emma si muove come un’eroina moderna, dotata di una forte individualità e di una precisa coscienza della sua posizione sociale, ma ancora ingabbiata in una prigione di convenevoli e buone maniere che lascia poco spazio alla sua libertà.
Scegliere un film 2020
Tag: 3 stelle, Commedia, Drammatico, Jane Austen, Sentimentale, Storico