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The German Doctor – Wakolda


TITOLO ORIGINALE: Wakolda
REGISTA: Lucia Puenzo
SCENEGGIATORE: Lucia Puenzo
PAESE: Argentina/Spagna/Norvegia
ANNO: 2013
DURATA: 88'
ATTORI: Alex Brendemühl, Florencia Bado, Natalia Oreiro, Diego Peretti;
SCENE SENSIBILI: alcune scene di tensione.
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Nel 1960 la piccola Lilith (12 anni che non dimostra per un problema di crescita) si trasferisce con la famiglia in Patagonia dove, in mezzo a una comunità di lingua tedesca, la madre e il padre (Eva ed Enzo) gestiranno un albergo. Sulla strada si imbattono in un misterioso dottore tedesco che sembra interessarsi in modo particolare proprio a Lilith e, andato a vivere all’albergo, la convince a lasciargli fare esami ed esperimenti su di lei. Si tratta del medico nazista Josef Mengele, che si trova lì sotto falsa identità, assistito da un gruppo di nostalgici. Ma una giovane insegnante della scuola locale si insospettisce e comincia a cercare prove della vera identità del medico tedesco.

La tensione dell’orrore quotidiano

Presentato a Cannes nel 2013 nella sezione Un certain regard, il film della Puenzo (anche autrice della sceneggiatura) vive della sottile tensione che il personaggio del misterioso dottore tedesco, nonostante la sua estrema disponibilità, crea intorno a sé. Uomo normale ma dallo sguardo penetrante (emblema di quella banalità del male di cui parlò Hannah Arendt), il  generoso dottore che nel suo passato (ma anche nel presente seppur in scala ridotta) nasconde l’orrore di esperimenti estremi sugli esseri umani, si insinua nella vita di Lilith e della sua famiglia senza fretta, spinto dalla curiosità e cogliendo le piccole occasioni che si presentano per carpire i desideri profondi di ognuno.

Lilith, che vuole diventare grande per non essere messa da parte dai coetanei, sua madre Eva, che teme problemi con la nuova gravidanza, il padre Enzo, che alla gestione dell’albergo preferisce la realizzazione di bambole artigianali. Uno alla volta ognuno viene avvicinato dal dottore che sa trovare le parole giuste per conquistarne la fiducia con la gentilezza e sottili promesse. Lo sguardo di Lilith, che scopre a poco a poco le stranezze dell’uomo che la vuole aiutare a crescere, è quello di una bambina sul punto di sbocciare ed è attraverso di lei che spiamo la strana comunità di lingua tedesca dove Mengele ha trovato rifugio con la complicità di molti che sembrano aderire ai valori di perfezione razziale che il medico persegue con i suoi crudeli studi.

Il dilemma dell’accettazione e del compromesso

Ma non sempre è facile accettare il peso di certe scoperte, specie se il “diavolo” ha offerto in cambio proprio ciò che si desidera. Pur  non rinunciando agli stilemi del genere (con tanto di agente sotto copertura che cerca le prove della presenza di Mengele per passarle al Mossad, che proprio in quei giorni mette a segno la cattura di Eichmann), la Puenzo si concentra soprattutto sull’intreccio dei personaggi, scivolando dallo sguardo di Lilith a quello del dottore che l’ha presa a cuore come esperimento per riportare un essere “difettato” alla perfezione richiesta. Ad opporsi più strenuamente a questa visione è soprattutto il padre della piccola, Enzo, che per certi versi vive proprio agli antipodi di Mengele, perché con il suo lavoro con le bambole persegue l’unicità di ogni pezzo. Stretta tra queste due figure, Lilith è un’innocente che però al momento giusto sa maturare la scelta giusta, anche a costo di perdere ciò che più desidera.

In una vicenda che intreccia i fatti storici con un sensibile affresco della famiglia protagonista, la Puenzo mantiene un andamento pacato del racconto persino nel climax finale, consapevole di avere per le mani una materia che potrebbe facilmente scadere nel già visto, ma che invece, proprio attraverso la particolarità di una vicenda limitata, riesce a cogliere il dilemma di chi potrebbe cedere al compromesso per bisogno. Pedinando (un po’ come Mengele) la piccola Lilith, oppure cercando di riprodurre il suo punto di vista, la Puenzo riesce a costruire una pellicola che a poco a poco immerge lo spettatore in un’atmosfera misteriosa e vagamente inquietante, una sorta di paradiso in cui l’ingresso del serpente (Mengele) cambia per sempre la vita di ognuno.

Scegliere un film 2014

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