Per aiutare l’impacciato Emilio a conquistare la bellissima Nadia, di cui è innamorato fin dall’infanzia, i suoi amici lo convincono a seguirla fino a Oxford, dove la giovane si è trasferita per studio. Per non fargli mancare il loro appoggio, decidono però di partire con lui, fingendosi tutti dei “cervelloni” in fuga dall’Italia…
Fuga di cervelli è il film d’esordio alla regia per Paolo Ruffini ed è il remake di una pellicola spagnola del 2009, Fuga de cerebros. Nonostante i buoni incassi al botteghino, il film è stato stroncato dalla critica e non è difficile capire perché. Fuga di cervelli fa persino rimpiangere i cine-panettoni di Natale, al cui rassicurante ripetersi negli anni ci siamo ormai abituati.
Il film di Ruffini è un grande e confuso contenitore di battute grezze e scenette scurrili che vedono protagonisti cinque giovani, dipinti come macchiette e tutto l’opposto dei cervelli in fuga che si fingono di essere. Ognuno di loro cerca di nascondere ai propri amici la sua vera natura, un po’ per vergogna, un po’ per dimostrare agli altri di essere migliore di quello che è. Soltanto Emilio, verso la fine del film, aprirà gli occhi sui legami che li tengono uniti, ammettendo di non essersi scelti davvero, come gli amici fanno, ma di essersi ritrovati insieme perché soli. Ognuno di loro, infatti, ha un problema: Emilio è quello che nel gergo giovanile verrebbe definito uno “sfigato”; Alfredo (Paolo Ruffini) è non vedente; Alonso è sulla sedia a rotelle; Lebowski spaccia e Franco nega e nasconde la propria omosessualità.
Emilio, il protagonista interpretato da Luca Peracino – che insieme ad Andrea Pisani (che interpreta Alonso) forma nella vita il duo comico dei Panpers, noto soprattutto all’interno del programma televisivo Colorado – è il personaggio molto timido e impacciato che non ha mai confessato il suo amore a Nadia e che darà l’innesco alla trama: quando finalmente trova il coraggio di rivolgerle la parola, la giovane gli dice che si sta per trasferire a Oxford perché ha vinto una borsa di studio. Nonostante i cinque attori protagonisti siano tutti giovani comici, nel film si ride poco, e mai con gusto. I motivi di comicità nascono soltanto nella volgarità, per lo più inutile e gratuita. In particolare, la scena ambientata in obitorio (Nadia studia medicina e nel laboratorio vengono utilizzati dei veri cadaveri a scopo di studio) è davvero di pessimo gusto: Emilio viene sorpreso (ovviamente a causa di un misunderstanding) a guardare le parti intime dei morti. Le allusioni sessuali sono continue e fastidiose, per non parlare dell’uso del turpiloquio.
Fuga di cervelli è un film che, per trama e scelta degli attori, sembrerebbe rivolgersi a un pubblico giovane, persino liceale, ma in realtà è un film molto diseducativo, che non lascia nulla allo spettatore se non il rimpianto di aver speso inutilmente i soldi per il biglietto del cinema.
Scegliere un film 2014
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