Il giovane e fantasioso Willy Wonka arriva in una grande città con una valigia magica, pochi soldi, il ricordo di sua madre e il desiderio di aprire il suo primo negozio di cioccolato. I più famosi cioccolatieri della città e due osti truffaldini si metteranno tra lui e il suo progetto, ma grazie a nuovi amici e alla sua tenacia Willy Wonka riuscirà a realizzare il suo sogno.
Wonka è stato il film di questo Natale. Con oltre mezzo miliardo di dollari al botteghino, entra nella top ten dei maggiori incassi di quest’anno. Terzo adattamento ispirato alla Fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, indaga le origini di uno dei personaggi più noti e originali della letteratura per l’infanzia: il mastro cioccolatiere Willy Wonka. Una figura geniale, ambigua e cinica già portata magistralmente sullo schermo da Gene Wilder (1971) e Johnny Depp (2005) che oggi passano il testimone alla stella delle nuove generazioni Timothée Chalamet. Il suo Wonka è qualcosa di nuovo ed estremamente distante dal personaggio creato sulla carta. É un angelo viaggiatore dal cuore d’oro, un ragazzino fantasioso, pieno di sogni e del ricordo di sua madre, ingenuo e illetterato, che ha fiducia nel prossimo e nelle sue idee. Novello Newt Scamander (Animali Fantastici) viaggia con la sua valigia magica, laboratorio portatile, per creare cioccolato senza eguali. Questo nuovo Willy è un personaggio estremamente statico, privo di qualsiasi sfaccettatura o lato oscuro che lo possa rendere reale: un folletto canterino che incarna pienamente la magia del Natale.
Paul King ha risposto alla domanda “Chi era Willy Wonka prima di aprire la fabbrica e diventare il re del cioccolato?” con un musical leggero, visivamente d’impatto. Un film che tenta di essere politicamente corretto benché poi scada in cliché già visti come quello della Chiesa, e dell’autorità in generale, corrotta e schiava dei vizi. Wonka depura quindi un personaggio iconico delle sue sfaccettature più amate, e lascia il lato oscuro, che era intrinseco nel suo carattere, a degli antagonisti dai contorni volutamente esagerati. Tra questi spicca la locandiera, che è in tutto e per tutto la signorina Trinciabue nata dalla penna dello stesso autore. Con un eroe così caratterizzato i personaggi secondari prendono il sopravvento, rubano minuti di pellicola al protagonista perché le loro storie sono più interessanti: una bambina orfana con un passato tutto da scoprire, un ironico Oompa Loompa con il volto di Hugh Grant, un custode innamorato e molti altri. Questo Wonka è un musical concerto a più voci e interpreti.
Per chi ha conosciuto La fabbrica di cioccolato in qualsiasi versione precedente resta la domanda: che fine ha fatto Willy? Che a sua volta apre a un secondo interrogativo: come ha fatto un ragazzino come quello interpretato da Chalamet a diventare il cinico inventore che tutti conosciamo? Una risposta volutamente lasciata aperta dagli sceneggiatori forse per garantirsi la possibilità di un sequel. In conclusione Wonka è un vero e proprio musical, adatto per le feste, da vedere in famiglia, che dona emozioni positive e buoni sentimenti, più adatto alle nuove generazioni o ai neofiti che a coloro che hanno già conosciuto l’intramontabile Willy Wonka.
Chiara Comotti
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