In una dimensione parallela, un’organizzazione internazionale si occupa di coordinare il lavoro delle coscienze di tutta l’umanità. Per i meno efficienti tra questi particolari operatori, viene organizzato un corso di recupero tenuto dalla coscienza numero 8 milioni e 24 (Francesco Scianna), il più bravo di tutti. Il suo assistito infatti, Filippo (Scicchitano), è il ragazzo perfetto che fa tutto quello che la coscienza gli dice. Bastano però due ore di libertà e il ragazzo combina un disastro: tradisce la fidanzata con Valentina (Matilde Gioli), ad un passo dal matrimonio, perdendo di conseguenza anche il lavoro (era avvocato nello studio legale del futuro suocero). Alla sua coscienza non rimane altro da fare che scendere sulla terra ed intervenire personalmente: ha tre giorni di tempo per rimettere Filippo in carreggiata. Ce la farà?
Dal regista di La cena perfetta e Una relazione, una commedia dai risvolti sovrannaturali, che lancia interessanti quesiti morali ed esistenziali affrontando il tema del discernimento tra il bene e il male.
Cosa è giusto e cosa è sbagliato? La risposta a questa domanda, nel fantastico universo in cui è ambientata la storia, è ad esclusivo appannaggio di una curiosa categoria di “esseri”, le coscienze appunto, che hanno come unico compito e ragion d’essere quella di consigliare o dissuadere, indirizzare o scoraggiare gli uomini (ciascuno il suo) nelle piccole grandi scelte della vita di ogni giorno.
Questa fantomatica organizzazione di angeli custodi hi-tech – ognuno con la sua postazione dotata di microfono, cuffie e lavagnetta per inviare improbabili messaggi subliminali – segue logiche aziendali meritocratiche che stridono comicamente con la sua natura sovrannaturale, premiando i più bravi e punendo chi invece sbaglia (proprio come nel mondo reale che loro dovrebbero correggere).
La parte più interessante della storia comincia quando questi due mondi, così vicini ma apparentemente separati, entrano in contatto: la coscienza di Filippo, un personaggio competitivo, moralista e anche un tantino meschino, si trova infatti costretto ad oltrepassare il misterioso varco per il mondo reale – una scalcinata porta di servizio in questo rudimentale ma futuristico sotterraneo popolato dalle coscienze – per provare a mettere a posto le cose. Obiettivo: sedurre Valentina, la ragazza di cui Filippo dice di essersi innamorato, per dimostrargli che non gli conviene lasciare la storica fidanzata per una che conosce appena.
A questo punto, la trama si complica quel tanto che basta per rendere avvincente e gradevole lo scorrere della narrazione, che non si appesantisce mai nonostante l’alta posta in gioco. Il regista d’altra parte sceglie di sorvolare su alcuni spunti che avrebbero potuto essere affrontati e approfonditi (tra gli altri, l’incidenza negativa delle famiglie d’origine nelle crisi di coppia, le difficoltà nell’instaurare rapporti interpersonali maturi e anche il vero significato del matrimonio) per concentrarsi sul cuore tematico della vicenda: la felicità come principale parametro per valutare la bontà delle scelte fatte.
Giustamente, a mio parere, il giudizio finale viene lasciato sostanzialmente allo spettatore che nell’incoraggiante e piuttosto equilibrato happy ending, può trarre le conclusioni che vuole dopo la liberazione dall’esasperato moralismo dei due protagonisti.
Gabriele Cheli
Tag: 4 stelle, Commedia, Film Italiani