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Moonlight


TITOLO ORIGINALE: Moonlight
REGISTA: Barry Jenkins
SCENEGGIATORE: Barry Jenkins, tratta dall’opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 111'
ATTORI: Trevante Rhodes, Andres Holland, Naomie Harris, Mahershala Alì, Janelle Monae
SCENE SENSIBILI: alcune scene a contenuto sessuale, volgarità nei dialoghi.
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Chiron è un bambino afroamericano cresciuto in un quartiere malfamato di Miami, in mezzo a droga e violenza. Un giorno, mentre si nasconde da un gruppo di bulli, incontra Juan, uno spacciatore che comincia a prendersi cura di lui insieme alla compagna Teresa. Dalla coppia e da Kevin, l’amico di una vita, il bambino riceve quell’affetto che la madre tossicodipendente gli ha sempre negato. In questo scenario, Chiron affronta un percorso di accettazione di sé e di scoperta della sua omosessualità, attraverso le diverse fasi della sua vita.

Outsider in un mondo di outsiders

Il regista Barry Jenkins, pressoché esordiente, ha ottenuto un grande riconoscimento dalla critica aggiudicandosi l’Oscar come miglior film con una pellicola ispirata e toccante – anche se dal ritmo molto lento, che la colloca fra i film “artistici” e non per il grande pubblico – che affronta in modo apparentemente documentaristico il percorso di formazione di un ragazzo nero, in situazioni umane di degrado e solitudine. Si potrà discutere quanto del premio ottenuto derivi dal tema trattato (un omosessuale nero e povero) e dall’etnia degli autori e protagonisti del film (l’anno precedente ci furono forti polemiche per l’assenza di nomination all’Oscar di afroamericani) e forse anche dall’appoggio di un personaggio significativo nel mondo hollywoodiano come Brad Pitt, che compare fra i coproduttori del film con la sua società Plan B.
Il valore aggiunto della storia è senz’altro di essere ambientata in un mondo di outsider, popolato da neri (non c’è un attore, uno, che sia bianco) e criminali, dove impera un machismo talmente ostentato e arrogante da risultare finto. Chiron quindi è un reietto tra i reietti, eppure, anche in un posto così, dove potresti aspettarti un minimo di solidarietà e comprensione umana, non c’è spazio per essere se stessi e l’unico modo per non soccombere è omologarsi.
Anche Chiron a un certo punto sarà costretto a farlo anche se, in mezzo a violenti, disonesti e ipocriti, l’unica persona autentica continua ad essere proprio lui, che evita di farsi troppe domande per paura di rimanere schiacciato non tanto dalla verità, quanto dalle risposte che gli offre il mondo in cui vive.

“Un giorno dovrai decidere da solo chi vuoi essere”

Moonlight è un film che propone in modo suggestivo che l’identità di Chiron sia insita sì nella sua natura ma allo stesso tempo abbia una parte liquida, come l’acqua che tante volte torna protagonista nel film (non a caso la scena della prima esperienza omosessuale del protagonista è ambientata su una spiaggia). Qualcosa che nella sua dimensione più profonda è semplice, chiara e trasparente (proprio come Chiron) ma che allo stesso tempo si adatta alle circostanze che la contengono e può essere deformata da eventi e avversità che fanno parte della vita: il sadismo alienato di una madre che lo deride e gli nega il suo affetto, la ferocia dei coetanei che da sempre lo tormentano per il suo rifiuto a uniformarsi, l’assenza di una figura paterna elevabile a modello: Juan, l’unico uomo che si prende cura del bambino, è anche lo spacciatore che vende la droga alla madre di Chiron (l’attore che lo interpreta Mahershala Ali, ha vinto un Oscar come non protagonista).
“Un giorno dovrai decidere da solo chi vuoi essere” è la sentenza con cui viene dichiarato il tema proprio da Juan in una della primissime scene. E questa tesi viene scandita, o forse almeno in parte messa in discussione, nel corso del film, sudiviso in tre capitoli, ciascuno dei quali porta un diverso nome del protagonista: quando è bambino si chiama Piccolo, fa tante domande ed è già stato deluso dalla vita; quando è adolescente è semplicemente Chiron, quindi molto vicino alla sua verità anche se ha da tempo rinunciato a trovare risposte alle sue domande. Quando è adulto invece, ormai trasformato dal carcere e dalla vita, si fa chiamare Black, il soprannome che quando erano ragazzi gli aveva affibbiato il suo amico Kevin, che invece è blu, come la maglietta che indossa nella scena finale. Blu come la pelle dei neri quando di notte viene illuminata dalla luna e appare diversa da come è veramente. Proprio come Kevin ma diversamente da Chiron, che invece rifiuta ogni etichetta e vuole semplicemente essere se stesso.

Gabriele Cheli

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