Lady Susan Vernon è una vedova la cui fama di seduttrice e profonda conoscitrice della psicologia maschile è diffusa in tutta l’Inghilterra. A inizio Ottocento, per una donna rimasta sola e con una figlia – Frederica – in età da marito, la priorità assoluta è una: trovare per la fanciulla un buon partito. Mentre con l’aiuto dell’amica e confidente Mrs. Johnson si diletta nel flirtare con il giovane Mr. Reginald De Courcy, Lady Susan cospira affinché Mr. Martin, un uomo di scarso intelletto ma di grandi ricchezze, chieda la mano di Frederica. Il ritorno di fiamma con l’amante Mr. Manwaring e il rifiuto di Frederica a sposare Mr. Martin, però, metteranno a dura prova i piani di Lady Susan e la obbligheranno a sfoderare tutta la sua astuzia per venirne a capo.
Dopo Emma, Persuasione, Mansfield Park, Ragione e sentimento e le diverse realizzazioni di Orgoglio e pregiudizio, anche il racconto epistolare Lady Susan si aggiunge all’elenco di opere di Jane Austen adattate per il grande schermo. Come accade spesso nella lettura dei romanzi della grande autrice britannica, lo spettatore inizialmente può riscontrare qualche difficoltà nel comprendere le relazioni parentali (e non) che legano l’ampia schiera di personaggi che alimentano il racconto. Una difficoltà che si supera, però, oltrepassati i primi 15 minuti e che rallenta solo di poco la narrazione.
La natura epistolare del volume da cui il film è tratto emerge nella grande quantità di scambi di battute che rischia, in alcuni punti, di rendere il racconto troppo verboso. Il tutto, però, è salvato dalla straordinaria e brillantissima ironia di cui Lady Susan si fa prima interprete. Proprio nei suoi dialoghi con i parenti, con la stessa figlia Frederica e, soprattutto, con l’amica Mrs. Johnson, si esalta la comicità sottile, eppure tremendamente efficace, a cui la Austen ci ha abituati nelle sue opere.
Tra gli elementi più interessanti del film c’è senz’altro la caratterizzazione di Lady Susan, che non porta il pubblico a provare empatia verso di lei (e quindi a tifare perché i suoi piani si realizzino), ma piuttosto ad ammirarne la diabolica arguzia e l’intelligenza in grado di manipolare ogni circostanza a proprio favore. È sulle trame che Lady Susan intesse ovunque si trovi che si costruisce la trama del film, e non su una classica e magari scontata storia d’amore ottocentesca.
Nonostante manchi di sentimentalismo, l’ambientazione e, ancora di più, il velato sarcasmo col quale viene presentato l’universo maschile, fanno di Amore e Inganni un film squisitamente femminile.
Rachele Mocchetti
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