Giovanni e Giacomo, soci in affari a capo della “Segrate Arredi – e sai dove ti siedi”, dopo trent’anni di lavoro insieme stanno per diventare anche parenti: i loro figli, Elio e Caterina, stanno per sposarsi con un matrimonio da favola sul lago di Como. Non sanno però che alle nozze ci sarà anche Margherita, ex moglie di Giovanni e madre di Caterina, con un nuovo, eccentrico fidanzato…
Dopo il successo ritrovato grazie a Odio l’estate, divertente e profondo come i primi film, il trio lombardo torna con un film nel periodo natalizio. Il tema dell’amicizia, un classico di Aldo Giovanni e Giacomo, questa volta viene affrontato chiedendosi che cosa succede quando gli amici diventano una famiglia.
Trent’anni legano le famiglie di Giacomo e Giovanni: per affari, certo, ma quante volte, soprattutto nella borghesia brianzola, il lavoro contamina i rapporti… clienti e fornitori da frequentare nel weekend, colleghi che si fidanzano, soci che diventano parenti come ai tempi di re e successioni. Elio e Caterina sono cresciuti insieme, tra feste e vacanze con le loro due famiglie regnanti nel mercato dei divani, e tutti si sono sempre aspettati, come nelle favole, che un giorno sarebbero vissuti per sempre insieme, felici e contenti.
Ma la vita non funziona così e i dubbi minano il grande giorno di Elio e Caterina: sono destinati a sposarsi… ma lo vogliono davvero?
Sono passati quasi trent’anni anche dall’esordio cult che ha reso celebre il trio in tutta Italia: Tre uomini e una gamba usciva nel 1997 e tra gag e scenette ormai mandate a memoria da un’intera generazione, sempre di dubbi, sogni e matrimonio si parlava già allora. Il grande giorno ribalta i ruoli: sono Giovanni e Giacomo ora ad attendere il fatidico sì dei figli, perché tutto vada come deve andare, per “tornare alle otto e un quarto a lavorare in azienda come faccio da trent’anni”.
I dubbi sembrano dunque un privilegio per i giovani e i sognatori, non di chi deve svegliarsi per far andare avanti la baracca, di chi paga, di chi è cresciuto. Ma basta che arrivi una scheggia impazzita – vero ruolo di Aldo in questa storia – per tirare fuori il baule impolverato dei ricordi e dei segreti e rimettere in discussione anche le certezze degli adulti.
Il film, seppur divertente e scorrevole, arriva forse un po’ tardi a questa riflessione, quando i buoi sono ormai già scappati, lasciando più spazio alle gag che il pubblico si aspetta, soprattutto a Natale. Sarebbe stato interessante approfondire maggiormente il mondo delle famiglie in affari, così diffuso in un Paese che pur di non abbandonare affetti e tradizioni cerca di mischiarli con il lavoro. Il matrimonio diventa così un po’ come il Natale, fonte di stress che nel film viene paragonata addirittura a un atterraggio di emergenza. Forse il finale amaro del film suggerisce che i momenti importanti dovrebbero essere vissuti e condivisi senza doppi fini, senza volere accontentare tutti, ma scegliendo cosa fare e con chi. Per non ritrovarci dopo trent’anni, citando un altro celebre film del trio, a chiederci se siamo davvero felici.
Claudio F. Benedetti
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