Invitati in Marocco nella lussuosa villa di Richard e Dally, gli inglesi David e Jo Henninger, marito e moglie, investono accidentalmente un adolescente nel deserto. È notte e i due decidono di caricare il corpo del ragazzo sul sedile posteriore della macchina per raggiungere la villa di Richard e del suo compagno. Nonostante il benestare della polizia, ottenuto grazie alle amicizie di Richard, il giorno dopo compare il padre del ragazzo per richiedere il corpo del figlio.
The Forgiven, come dice il titolo del film rimasto invariato nella versione italiana, è una storia di perdono. Perdonare, si sa, non è mai facile, soprattutto se il tuo nemico è uno sconosciuto, occidentale, ricco e annoiato. In questo film lo sconosciuto si chiama David (Ralph Fiennes) e insieme alla moglie Jo Henninger (Jessica Chastain) deve raggiungere la villa nel mezzo del deserto. È notte fonda e la cena è già iniziata. David guida, nonostante sia leggermente alterato dall’alcool, al buio in un percorso illuminato solo dai fari della sua macchina. All’improvviso due ragazzi si lanciano da una collina verso la macchina e uno di loro muore sul colpo. Mentre l’amico scappa i due inglesi, spaventati, raccolgono il corpo e lo poggiano nel retro della macchina: forse i loro ospiti potranno aiutarli a districare questa faccenda complessa. Nella sontuosa villa, dove convivono donne e uomini, in cerca di qualcosa che alimenti il loro ego e risalti la loro ricchezza, Richard (interpretato da Matt Smith conosciuto in Italia per la serie The Crown), insieme al suo compagno Dally (l’attore Caleb Landry Jones che si è imposto nel grande pubblico con il film X-Men: L’inizio), da tempo vive nel deserto lontano dalla città, e corrompe la polizia del luogo affinché il reato diventi un incidente banale. Ma Richard dimentica che i legami, soprattutto quelli genitoriali e in un territorio musulmano, non sono corruttibili.
La cultura orientale si scontra con quella occidentale descritta univocamente sotto forma di uomini e donne ricchi, senza scopi nella vita che usano il loro corpo spingendolo al divertimento, che sia droga, che sia facile sesso. In particolare, David e sua moglie hanno perso interesse per le proprie passioni lavorative: David è un medico che ha smesso di lavorare, mentre Jo, scrittrice di libri per bambini, si è adagiata sul suo successo letterario di quasi dieci anni fa e ha smesso di scrivere, nascondendosi dietro l’assenza di ispirazione.
Il contrasto è netto: la cultura orientale è rappresentata da un uomo, i cui legami affettivi sono stati recisi e l’unica cosa che gli rimane è convincere il ricco occidentale a partire per un posto sconosciuto e seppellire il ragazzo che ha ucciso, partecipando così ai riti di addio della salma.
Il tema è forte: cosa significa perdonare quando un uomo uccide il tuo unico giovane figlio e non si vuole prendere alcuna responsabilità?
Tratto dall’omonimo romanzo di Lawrence Osborne (tradotto in italiano Nella polvere) The Forgiven è un film, il cui adattamento cinematografico non è all’altezza delle promesse, nonostante abbia grandi attori e grandi location: John Michael McDonagh, che firma la sceneggiatura e la regia, non ha saputo essere all’altezza della storia. I punti di forza del suo film infatti non riescono a dare peso al tema, che dovrebbe essere il perdono. Sembra infatti che The Forgiven abbia utilizzato il titolo del libro e quindi del film per attirare pubblico, ma del perdono, anche nella scelta finale del protagonista, c’è poca traccia e quindi poca empatia da parte del pubblico.
Emanuela Genovese
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