Francia, anni ‘60, Anne è una brillante studentessa di Lettere. Tutti i suoi sogni rischiano di sfumare (o almeno così pensa lei) nel momento in cui scopre di essere incinta, in un’epoca in cui l’aborto è ancora considerato una pratica illegale.
Tratto dal romanzo dell’autrice Premio Nobel 2022 Annie Ernaux, il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Leone D’Oro 2021 alla Mostra del cinema di Venezia, pur non avendo avuto un così grande successo di pubblico, almeno in Italia, dove al botteghino ha incassato appena 220 mila euro. Ma non stupisce che la critica lo abbia ben considerato, dal momento che la pellicola vuole esplicitamente porsi come manifesto del diritto all’aborto, presentato come massima forma di emancipazione femminile da una società bigotta ed estremamente restrittiva.
Anne è una brillante studentessa di Lettere, invidiata, e odiata, dalle compagne per la sua bravura. Figlia di gente semplice, rappresenta per la famiglia un’occasione di riscatto sociale e, per la madre, la giusta ricompensa per tutti i sacrifici affrontati nella vita.
Fin da subito Anne si presenta come una ragazza profonda e intelligente, pronta a fare di tutto per raggiungere i propri obiettivi. Come tutte le ragazze della sua età prova attrazione per gli uomini, un mondo tanto sconosciuto quanto affascinante, che viene tenuto però a debita distanza per il solo motivo che potrebbe mettere fine ad ogni possibile futuro. Come? Fin dalle prime scene vengono presentate compagne che, per loro sfortuna, sono costrette a lasciare gli studi a causa di una gravidanza indesiderata. Non c’è dubbio: se rimani incinta, sempre per colpa di un malintenzionato, non puoi abortire perché finiresti in galera, di conseguenza sei condannata ad una vita triste e senza speranza. L’equazione è semplice e senza possibilità di scampo.
Almeno a detta del film, che fin da subito sembra indicare l’aborto legalizzato come unica speranza per la felicità di ogni ragazza con abbastanza senno da promuovere la libertà sessuale, evitando però legami stabili che comprometterebbero la realizzazione personale, e senza mai rischiare di inciampare nel temutissimo Événement, ovvero: un bambino.
E l’astinenza? Certo è una strada praticabile, a patto però di diventare una repressa, come la compagna di corso, condannata a trovare soluzioni a buon mercato per auto-procurarsi piacere.
Insomma, un panorama piuttosto cupo che, nel momento in cui Anne scopre di essere incinta, parrebbe non lasciarle scelta.
Da qui il suo calvario personale che la porterà, abbandonata da tutto e da tutti (medici, amiche, fidanzati) a portare a termine da sola la propria battaglia personale. Tutte le persone che incontra sono spaventate solo dalle possibili conseguenze legali: non c’è invece nessuno che la faccia riflettere sul fatto che il feto sia un essere umano nei primi stadi di sviluppo. Nessuna parola di conforto da parte della società per questa eroina moderna che persegue con tenacissima volontà un solo obiettivo: abortire. Solo così pensa di poter essere finalmente libera di diventare quella che ha deciso di essere.
Riguardo alla narrazione degli eventi, c’è da chiedersi se il film sia proprio così onesto nei confronti di una realtà che, avrà avuto sì i suoi limiti, ma forse non era proprio tutta da buttare. Non si mostra mai per esempio qualcuno che creda che con l’aborto si stia eliminando un bambino: solo leggi, convenzioni, carriera.
È vero, una società che, nel momento del bisogno, nega un supporto affettivo, medico, psicologico, legale ed anche economico ad una ragazza in difficoltà, è decisamente carente da tanti punti di vista.
Ma forse la soluzione potrebbe anche essere un’altra. Forse la vera libertà potrebbe essere quella di poter scegliere di accogliere una vita e, con i dovuti supporti, magari portare avanti anche la propria carriera universitaria: ipotesi mai presa in seria considerazione dalla protagonista.
Forse anche una sessualità così liberalizzata dove, come si vede bene nel film, non c’è amore ma solo interesse, potrebbe avere come conseguenza la morte di essa. Dopo una tale esperienza di essere stata usata e abbandonata, Anne potrà davvero sentirsi libera di amare e lasciarsi amare? Avrà ancora fiducia nell’altro sesso?
E le conseguenze fisiche e psicologiche di un aborto, legale o illegale che sia, quali sono? Non possiamo saperlo perché il film non lo racconta.
Si limita a far ripartire la vita di Anne come se niente fosse accaduto, come se non ci fosse mai stano nessun Événement, che pure dà il titolo al film.
Ilaria Giudici
Tag: 2 Stelle, adattamento da romanzo, Drammatico, Film Francesi, Plauso della critica