Giovanni e Monica appartengono a due mondi opposti. Lui frequenta l’alta borghesia romana, fa parte di un think tank che relaziona al parlamento europeo e si propone di riqualificare le periferie italiane. Monica è una donna di borgata, col marito in carcere e con un lavoro saltuario come addetta alla mensa di una casa di riposo. Quando i rispettivi figli tredicenni decidono di mettersi insieme, nessuno dei due genitori vede la cosa di buon occhio. Mentre Monica scoprirà di avere molti più pregiudizi di quelli di cui lei stessa è vittima, Giovanni vedrà rimessi in discussione i princìpi di uguaglianza e integrazione su cui ha basato la sua intera carriera …
Al secondo film come coppia sullo schermo, Paola Cortellesi e Antonio Albanese si fanno interpreti di una commedia costruita su di una storia molto semplice, ma efficace.
Giocando sulla classica opposizione tra poveri e ricchi o anche, se vogliamo, tra forma e sostanza, Come un gatto in tangenziale ripropone una serie di archetipi che il pubblico conosce da tempo, ma lo fa con garbo e sfruttando sapientemente la chimica tra i due protagonisti.
Senza particolari pretese di originalità, il film è costellato di una serie di gag e battute quasi mai volgari che, a differenza della maggior parte delle commedie italiane degli ultimi anni, accompagnano il racconto senza la pretesa di esserne l’ossatura. È evidente che gli autori della sceneggiatura hanno fatto un lavoro sulla storia e sui personaggi, facendo sì che le risate scaturiscano naturalmente dalle contraddizioni e dalle circostanze messe in scena, piuttosto che creare parentesi narrative che tentino di far ridere il pubblico a comando.
I due protagonisti adulti non sono solo ben interpretati, ma anche ben descritti nelle loro debolezze e nella loro eroicità quotidiana. Entrambi i personaggi vengono messi alla prova e sono costretti ad oltrepassare i confini di quello che per loro è conosciuto e abituale. Tutti si possono riconoscere in Giovanni, che si scopre molto meno “aperto” di quanto pensasse, così come tutti possono riscontrare una certa familiarità nelle insicurezze che Monica tiene ben celate e che la relazione tra i loro due ragazzi porterà a galla. Anche i temi dell’integrazione culturale e sociale vengono affrontati con i toni della commedia, ma con una profondità di sguardo non scontata. L’ipocrisia che spesso si nasconde dietro all’approccio con persone di un diverso ceto sociale o di livello culturale minore, per esempio, è magistralmente raccontata tramite uno dei personaggi secondari. Con l’ex moglie di Giovanni, una donna sofisticata ma che ha abbracciato uno stile di vita molto libero e un po’ hippie, viene mostrato al pubblico – in un equilibrio quasi perfetto tra critica sociale e risate – la verità dello shock che può provocare l’incontro con ciò che è diverso.
In sostanza, Come un gatto in tangenziale è una bella sorpresa (in un panorama italiano di commedie di dubbia qualità) che è stata premiata da ottimi incassi e che rientra nella categoria sempre più scarna dei “film per tutti”.
Scegliere un film 2018
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