Dopo aver involontariamente provocato la morte dei genitori in un incidente d’auto, la piccola telepate Jean Grey viene accolta nella scuola per giovani dotati del dottor Charles Xavier. Una volta cresciuta, durante una missione di salvataggio nello spazio in compagnia di altri X-Men, Jean viene investita in pieno da un brillamento solare. L’energia assorbita potenzia enormemente i suoi poteri, ma distrugge anche le barriere mentali create dal professor Xavier per proteggere Jean dai ricordi del suo passato…
Dodicesimo film dedicato all’universo degli X-Men: Dark Phoenix chiude una saga durata quasi vent’anni (il primo film, diretto da Bryan Singer, risale infatti al 2000), la cui fine è stata decretata dall’acquisto da parte della Disney dei diritti sul franchise, finora in possesso della 20th Century Fox. X-Men: Dark Phoenix si colloca cronologicamente dopo X-Men: Apocalisse (2016) e mette in scena la squadra degli X-Men in versione “giovane”, con James McAvoy nei panni del professor Xavier, Fassbender in quel- li di Magneto e Jennifer Lawrence in quelli di Raven/Mystica.
Il film ruota attorno a un personaggio trascurato dagli ultimi film della serie, ma fondamentale all’interno dell’universo Marvel. Jean Grey (la Fenice Nera) è ben interpretata da Sophie Turner (la Sansa Stark de Il Trono di Spade), che riesce a rendere credibile il conflitto interiore del suo personaggio, dilaniato da forze immense (desiderio, dolore e rabbia), che lo rendono, allo stesso tempo, estremamente potente ed estremamente pericoloso. Jean Grey risulta così un’eroina fatta di luci e ombre, incarnazione dell’eterna lotta tra bene e male, che convivono dentro di lei e lottano strenuamente per emergere.
Con una protagonista così importante a dominare la scena, gli altri personaggi finiscono inevitabilmente per passare in secondo piano.
Da questo deriva il tono un po’ monocorde del film, che insiste molto sull’aspetto drammatico, sul senso di pericolo
e sulla tensione, senza lasciare spazio al lato comico che, in misura maggiore o minore, caratterizza tutti i film tratti dall’universo Marvel.
Sottotono anche i cattivi – i D’Bari, capeggiati da un’algida Jessica Chastain –, una razza aliena priva di sentimenti che vuole impossessarsi del potere di Jean e conquistare la Terra. I D’Bari assumono l’aspetto degli umani, parlano pochissimo e combattono a mani nude. Difficilmente, quindi, verranno ricordati tra i cattivi più originali della Marvel.
Decisamente più interessanti, invece, le tematiche affrontate dal film, ovvero cosa possiamo fare con i doni che ci vengono concessi e il sottile confine che esiste tra “fare il bene in nome del bene” e “fare il bene per la gloria e il rispetto che ne derivano”. Si tratta ovviamente di questioni affrontate a un livello abbastanza superficiale (Dark Phoenix rimane un film di supereroi, in cui le scene d’azione e visivamente spettacolari hanno la precedenza), ma che contribuiscono a dare una buona ossatura alla trama e a rendere credibili i dilemmi interni ed esterni dei personaggi.
In conclusione, Dark Phoenix è un prodotto godibile e accattivante, adatto a un pubblico trasversale (anche se spostato leggermente verso i giovani, per l’età dei personaggi protagonisti e per la mancanza di un antagonista davvero forte e pericoloso), ma che non soddisfa pienamente le aspettative, decisamente alte visto che si tratta dell’epilogo della saga X-Men (o, perlomeno, di quella targata Fox). Per un gran finale – specialmente se paragonato a un altro blockbuster appena uscito in sala e che ha chiuso un’era, ovvero Avengers: Endgame – forse ci voleva qualcosa in più.
Scegliere un film 2019
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