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Sotto il sole di Amalfi


TITOLO ORIGINALE: Sotto il sole di Amalfi
REGISTA: Martina Pastori
SCENEGGIATORE: Caterina Salvatori, Enrico Vanzina, Ciro Zecca
PAESE: Italia
ANNO: 2022
DURATA: 90'
ATTORI: Lorenzo Zurzolo, Ludovica Martino, Isabella Ferrari, Luca Ward e Davide Calgaro
SCENE SENSIBILI: nessuna
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Vincenzo – un ragazzo non vedente con una gran voglia di dimostrare la sua indipendenza e di non essere considerato da meno degli altri – organizza una vacanza ad Amalfi per sé, il migliore amico Furio, la fidanzata Camilla, di ritorno da un anno di studi in Canada, e la compagna di stanza di quest’ultima Nathalie. Non sa che ad Amalfi hanno fatto tappa anche la madre iperapprensiva Irene e il compagno Lucio. Tra un tuffo in mare, una passeggiata in centro e una festa in discoteca, i quattro ragazzi (e i due adulti) affrontano i loro problemi sentimentali, le loro paure e i loro dubbi verso il futuro…

Un’estate (da cartolina) al mare

Sequel di Sotto il sole di Riccione, uscito nel luglio del 2020 sempre su Netflix, Sotto il sole di Amalfi è il classico film estivo senza troppe pretese. Nonostante il destinatario principale siano gli adolescenti, il film si presenta adatto a un target trasversale, grazie all’assenza di elementi problematici (tutto è piuttosto edulcorato e improntato al politically correct, persino i discorsi dei protagonisti, che risultano pertanto dei giovani piuttosto fuori dagli schemi) e all’inserimento di una storyline “adulta”, dedicata al triangolo – anche questo molto all’acqua di rose – tra i personaggi di Irene, il nuovo compagno Lucio e l’ex marito Roberto. Lo sfondo è, come dice anche il titolo, la costiera amalfitana, ritratta più come una location da cartolina (fatta di gelati, cene di pesce e scorci spettacolari) che come un luogo reale che abbia un qualche impatto concreto sulle vicende narrate.

Argomenti “sostanziosi” incastonati in una trama con poca sostanza

Il film è potenzialmente ricco di temi interessanti. C’è il discorso della disabilità, con tutto il corollario dei “vorrei ma non posso” imposti più dagli altri che da se stessi; c’è il conflitto tra essere e apparire, complicato dallo spasmodico desiderio di piacere agli altri; c’è la questione dell’accettazione del proprio corpo e delle ferite che reca impresse, unita alla difficoltà di conciliare vecchia e nuova versione di sé; c’è l’ardua scelta tra salvare una storia d’amore complicata ma che rende felici e la volontà di inseguire i propri sogni, anche se questi sono destinati a portarci a migliaia di chilometri di distanza. Insomma, il film non manca certo di tematiche attuali e accattivanti, specie per il pubblico di riferimento. Peccato però che, pur di non abdicare alla sua connotazione di commedia leggera e spensierata, finisca per banalizzarle un po’, saltando da una all’altra senza in realtà approfondirne nessuna.
Il difetto maggiore risiede comunque nell’assenza di una vera e propria trama che porti avanti la storia e intessa insieme tutti questi elementi, che risultano pertanto un po’ slegati. Manca, insomma, un focus che catturi l’attenzione e permetta di empatizzare davvero con i problemi e le sfide che i protagonisti si trovano ad affrontare. Qualcosa che, quando infine sullo schermo scorrono i titoli di coda, ci faccia esclamare “Evviva! Ce l’hanno fatta!”.

Cassandra Albani

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