Maria Stuart torna in patria vedova e poco più che diciottenne per vivere sotto la protezione del fratellastro. Regina di Scozia per diritto di nascita, Maria – che è cresciuta nella fede cattolica – non ottiene un caloroso benvenuto: il suo Paese natio, infatti, si è convertito da tempo alla dottrina protestante, sotto la guida – tra gli altri – dell’intransigente teologo John Knox. Inoltre, la Scozia è da tempo governata de facto da Elisabetta I, regina d’Inghilterra e capo della Chiesa anglicana. Le due cugine si studiano da lontano intrattenendo una corrispondenza e rapporti diplomatici che somigliano a una vera e propria partita di scacchi con in palio il potere sull’intera isola. Mentre Elisabetta, nonostante le pressioni dei suoi consiglieri, sembra sempre più intenzionata a non sposarsi, Maria inizia a credere che un secondo matrimonio potrebbe essere la sua unica chance per vedere in futuro sul trono di Scozia ed Inghilterra uno Stuart…
Maria, regina di Scozia non solo racconta due delle donne più importanti della storia della Gran Bretagna, ma viene anche interpretato da due tra le star di Hollywood più richieste del momento: Saoirse Ronan e Margot Robbie. I personaggi a cui danno vita le attrici hanno tutte le caratteristiche delle eroine contemporanee: astute, di bell’aspetto e desiderose di non farsi mettere i piedi in testa da nessuno (mariti o amanti compresi). Tuttavia, proprio questo approccio moderno a figure femminili del Cinquecento inglese appare il limite maggiore del film. Si parla di due regine che lottano strenuamente per mantenere\ottenere il ruolo che spetta loro – dunque, si parla di donne forti. Ma quello che suona come fortemente anacronistico è la prospettiva protofemminista in cui entrambe sembrano inserirsi. Gli uomini, nel film, sono tutti rappre- sentati in modo negativo: bugiardi, manipolatori, deboli… i pochissimi che non appaiono come nemici delle protagoniste vengono relegati a ruoli di secondo piano nella storia o sono omosessuali con caratteristiche fortemente femminili.
Rimangono comunque interessanti i ritratti offerti dalla sceneggiatura: di entrambe le regine, infatti, riusciamo ad intravedere debolezze e ossessioni che le rendono più umane e più “vere” agli occhi del pubblico. Il conflitto crescente tra queste due personalità è ciò che funziona meglio nel film. Invidia, gelosia, senso di inferiorità, sorellanza… sono tutti elementi narrativi utilizzati dagli autori, ma con una certa superficialità. Con una eccezione: la scena finale dell’incontro tra Maria ed Elisabetta dove, per una volta, lo spettatore (o più facilmente, la spettatrice) può riconoscere sentimenti ed emozioni profondi che fanno parte della vita di ciascuno.
In due ore, tuttavia, la storia procede con un ritmo spesso rallentato e con occasioni sprecate anche per le poche scene “epiche” inserite nel racconto (basti guardare alla guerra effettiva tra le due regine che si esaurisce senza aver regalato al pubblico nemmeno una buona scena di battaglia), relegando Maria, regina di Scozia nella categoria dei film che non lasciano il segno.
Scegliere un film 2019
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