Matteo ed Ettore sono due fratelli molto diversi e distanti tra loro, obbligati dalla malattia di Ettore a riavvicinarsi. In questo lento e spesso conflittuale riavvicinamento, inizia il viaggio dei due fratelli alla riscoperta di quei momenti di felicità – o per meglio dire di euforia – che hanno segnato la loro infanzia, e che forse ancora oggi potrebbero riunirli.
Euforia è un film che racconta con lenta delicatezza il rapporto tra due fratelli che si ritrovano uniti e vicini per un evento drammatico e inaspettato: la malattia di Ettore.
Matteo, il fratello più piccolo, è un uomo vivace, sicuro di sé, un uomo che si è costruito da solo contro i pregiudizi per la sua omosessualità, un uomo che pensa di non avere bisogno di nessun altro per essere completo. Ettore, il fratello maggiore, è un uomo insofferente, tendente alla depressione, un uomo spento, dal carattere difficile e pieno di profonda malinconia per una vita che avrebbe voluto avere e che invece sembra essere andata nella direzione opposta.
Matteo vive di apparenza, almeno fino a quando l’apparenza non gli esplode fra le mani e non gli rimane che la realtà. Una realtà che lui non è – ancora – capace di guardare in faccia. Ettore invece vive di realtà ma ne è schiacciato, riesce a vederne solo il lato scuro, triste. E a svegliarlo è proprio la cosa più brutta che ci sia: la morte.
Di fronte alla malattia di Ettore, entrambi i fratelli sono costretti a cambiare – o almeno a provare a cambiare – prospettiva. Matteo, di fronte alla paura della morte del fratello, conosce per la prima volta la solitudine. Ettore, di fronte alla paura della propria morte, conosce per la prima volta la vita.
I mondi così diversi di questi due fratelli sono costretti a rincontrarsi, o per meglio dire a scontrarsi, per provare di nuovo a ricucirsi insieme.
La pellicola girata da Valeria Golino si concentra proprio su quei momenti di felicità che sembrano minuscoli, ma che legano tra di loro le persone, e che segnano un punto di non ritorno nei rapporti umani. E non si parla di grandi momenti di felicità estrema, anzi. Euforia non racconta una storia eccessiva o particolarmente originale, nulla di speciale viene offerto allo spettatore: come a dire che l’euforia è nelle piccole cose, nella normalità, a volte nella banalità della vita di tutti i giorni. L’euforia è ballare nel corridoio di un ospedale, o abbracciarsi sotto uno stormo di uccelli che tagliano il cielo.
Da questo punto di vista anche la recitazione dei due attori, Riccardo Scamarcio (Matteo) e Valerio Mastandrea (Ettore), sembra essere sempre sottotraccia, a volte persino debole. Una scelta che rischia di rendere il film piatto alla visione, ma che forse sottende proprio l’idea che non è necessario che succeda nulla di grandioso per poter essere felici.
E se da una parte si avverte l’obiettivo di voler raccontare la vita normale, in una narrazione quindi quasi episodica, come una serie di fotografie estemporanee, dall’altra si sente la mancanza di una progressione nella storia, di una fluidità narrativa che porti a un crescendo e che possa quindi emozionare lo spettatore. Questo rischia di lasciare un senso di amarezza alla fine del film.
In conclusione, quindi, il film è ben diretto ma rischia di risultare monotono, con lentezze che potrebbero annoiare. La tematica è interessante, ma poteva forse essere sviluppata con maggiore intensità e ritmo.
Scegliere un film 2019
Tag: 3 stelle, Drammatico, Film Italiani