Siamo a Capri nel 1914, alla vigilia, quindi, della prima guerra mondiale, e la giovane e analfabeta Lucia, che custodisce capre, rimane affascinata dall’arrivo sull’isola di una comune di giovani artisti nordeuropei, vegani, pacifisti e che praticano assai disinvoltamente il nudismo. Il fatto che lei frequenti questi stranieri, e che rifiuti il matrimonio con un benestante e sgradevole uomo di mezza età, crea conflitti fra lei e la famiglia, rappresentata – ora che il padre è morto – dai due fratelli. Il giovane medico del paese, alfiere della scienza e della razionalità, rispetto al misticismo panteistico di questi artisti («Questo è il mio tempio» dice il capo di questa comune, Seybou, indicando una radura; «questo è il mio Dio», e indica il sole) e all’arretratezza contadina di Lucia e della sua famiglia, porta il punto di vista della scienza sulle grandi questioni e su problemi pratici (una malattia di Lucia). Ma anche nella comune le cose non sono così facili: uno psicanalista che fa uccidere un animale per compiere uno strano rito sacrificale pagano verrà allontanato. Arriva la guerra: i fratelli di Lucia partono, e parte anche il giovane medico, a cui lei stava iniziando ad affezionarsi… Lucia, riconciliata con la madre, lascia l’isola su una barca.
Scarso successo di pubblico, almeno in Italia (poco più di 700mila euro per un film molto promosso di un regista di gran nome) per questo ambizioso film di Martone, ispirato liberamente alla vita del pittore Karl Wilhelm Diefenbach, che però rimane in mezzo al guado. I temi sul tappeto in teoria erano tanti: la fede nella natura e quella nella scienza (e, seppur lasciata molto in sottofondo, come se fosse un’ipotesi ormai del tutto superata, la fede in Dio), la materia e lo spirito, la pace e la guerra, il rispetto per gli animali, la voglia di riscatto e di crescita di una giovane ingenua, l’autonomia femminile e gli spazi di libertà in una comunità piccola e pronta allo scherno e al pettegolezzo… Purtroppo però la sceneggiatura accenna molti di questi temi ma non ne approfondisce nessuno, non tanto e non soltanto in teoria, ma non li “incarna” in conflitti interessanti e reali. Debole e ridotto a poche scene, per esempio, il conflitto di Lucia con la famiglia, debole il contrasto (che si risolve subito) dell’incontro di una pastorella analfabeta con la comune di artisti, deboli le storie d’amore, debole tutto… Anche il finale arriva senza una vera preparazione e (a parte la riconciliazione con la madre) senza una risoluzione vera e propria dei (deboli) conflitti impostati.
Quello che rimane è una messa in scena elegante dei paesaggi dell’isola, ma nel complesso di un film che resta in superficie, anche se il mare è molto blu e la natura a Capri è molto bella.
Scegliere un film 2019
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